Una domanda che può arrivare dai caregiver di persone con demenza è come affrontare una situazione in cui, in una coppia, c’è solo una persona che vive la demenza. Questo significa che il coniuge invece è anziano, ma sano e autosufficiente, e può succedere che quest’ultimo non accetti la presenza di un badante o di un assistente familiare in casa.

 

È una situazione molto comune sulla quale spesso non si riflette abbastanza, ma vale la pena prendersi un secondo per pensare a come ci sentiremmo se qualcuno di estraneo entrasse nella nostra casa, vivesse con noi, toccasse le nostre cose, utilizzasse le nostre cose, e comunque, in qualche modo, si inserisse nella nostra vita quotidiana e privata. Come si può immaginare, accettare di dover condividere i propri spazi con uno “sconosciuto” è tutto meno che semplice.

Quello che suggeriamo è di ascoltare la persona che non è favorevole, cercando di accogliere anche i suoi bisogni, le sue perplessità, le sue paure.

Non bisogna dare per scontato che questa persona debba, in tutti i modi e in maniera immediata, accettare subito una persona estranea nella propria casa. 

 

Se la situazione lo permette, sarebbe consigliabile fare un inserimento quanto più graduale possibile, quindi partendo da poche ore giornaliere, durante le quali il tempo viene dedicato alla conoscenza sia della persona con demenza o Alzheimer, sia del coniuge che non vive la demenza, e poi aumentando l’ammontare di ore via via che ce n’è realmente il bisogno.

 

Fondamentale in questo caso diventa farsi aiutare a cercare una persona adatta, ovvero qualcuno che si inserisca in modo discreto, “in punta di piedi”, nell’ambiente familiare; qualcuno che conosca bene la malattia, e che sia in grado di tenere in considerazione il fatto che c’è anche un’altra persona in casa che ha bisogno di essere ascoltata.



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