Per conoscersi reciprocamente, ognuno si è messo al lavoro per creare una personalissima “carta di identità”, con foto, nome, ex professioni, hobby. Le carte di identità sono state conservate e ora aiutano i nuovi arrivati a prendere confidenza con i compagni e i “veterani” a memorizzare i nomi degli altri. Nel nuovo Atelier Alzheimer di Pistoia, promosso dalla cooperativa Nomos e inaugurato l’8 gennaio alla Casa dell’Anziano di Monteoliveto, in Via Bindi (struttura gestita dalla Fondazione Sant’Atto) i primi sono stati giorni di presentazioni e conoscenza, per gli utenti e per gli operatori.

“Gli incontri inizialmente si sono focalizzati sull’aspetto della socializzazione” racconta Diletta Piazzesi, psicologa referente Nomos per il progetto. 

“Abbiamo iniziato con un giro di presentazioni in cui ognuno ha raccontato se stesso, poi abbiamo creato le carte di identità: ci servono come strumento per favorire la conoscenza. Già dopo pochi incontri si sono create le prime amicizie”.

L’Atelier Alzheimer ha inaugurato con sei utenti, che nel giro di due settimane sono arrivati a dieci. 

L’accesso prevede la valutazione da parte del servizio specialistico aziendale (Centro Diagnosi e Cura Disturbi Cognitivi gestito dalla Soc Geriatria Pistoia) che attiva le successive fasi di presa in carico e l’inserimento nel percorso da parte dei servizi territoriali (Società della Salute Pistoiese) .

All’Atelier Alzheimer, il lunedì e il giovedì dalle 9 alle 12, gli anziani con decadimento cognitivo, in una fase lieve della malattia, possono trascorrere alcune ore in uno spazio protetto e sicuro, impegnandosi in azioni quotidiane o sperimentando attività creative come musica, arte, disegno.
Il personale dell’Atelier Alzheimer è composto da un team di professionisti, psicologi, educatori, operatori socio sanitari, assistenti di base e musicoterapeuti.

“E’ un bel progetto a livello territoriale, speriamo possa crescere perché è un’occasione per le persone che vivono questa malattia e i familiari (perché indirettamente il servizio coinvolge anche loro) di socializzare, uscire dalla passività che può essere presente durante al giornata, e fare attività interssanti e stimolanti” conclude Piazzesi.


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